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Epidemia di morbillo, quanto ci si deve preoccupare

A detta dei mass media, ma anche del Ministero della Sanità, saremmo in presenza di un’epidemia di morbillo. Quasi duemila i casi in questi primi cinque mesi del 2017 e nel mese di aprile i casi sono stati decisamente superiori rispetto a quelli dell’aprile dello scorso anno, per questo ci si batte tanto sulla campagna di vaccinazioni al punto da volerle rendere obbligatorie. Ma quanto i genitori devono preoccuparsi?

Perché il morbillo fa paura

Perché fino a un ventennio fa i nostri genitori ci portavano a casa del cuginetto che aveva il morbillo in modo che ce lo contagiasse, per “farlo” quando si era piccoli e ora si teme così tanto questa malattia? Ci sono diverse spiegazioni senza dover per forza scivolare nelle teorie complottiste. Il problema sostanziale è che il virus, a detta degli immunologi pro-vax, è mutato, diventando più aggressivo negli anni.

La questione però ruota attorno al fatto che quella che era una malattia esantematica da età pediatrica si è spostata verso una fascia d’età più elevata e come tutti sanno, passare certe malattie virali da adulti è deleterio. Ma perché questo spostamento d’età? Perché i bambini in età pediatrica vengono vaccinati, ma poi i vaccini non vengono ripetuti durante l’adolescenza e l’età adulta, quindi, esaurita l’immunità data dal vaccino che, ricordiamo, non è per tutta la vita come quella che da la malattia, si è facili bersagli dei virus.

I medici non riconoscono più il morbillo

Un altro grave problema è che i medici non riescono più a riconoscere alcune malattie esantematiche considerate quasi debellate come il morbillo. Il punto è che debellate di fatto non lo sono e quindi un bravo medico deve comunque studiarle ed essere in grado di riconoscerle. Oggi invece per un medico pediatra è molto più semplice ricusare un paziente non vaccinato, costringendo i genitori a fruire del servizio di medici a domicilio a pagamento.

Il ricovero e le complicanze

Le complicanze da morbillo non sono così frequenti come si vuol far credere, tuttavia esistono e un genitore che sceglie, almeno per ora, di non vaccinare, deve esserne consapevole e assumersene tutte le responsabilità. Ma quanto sono frequenti queste complicanze? Non tantissimo, appunto, se non in quei paesi in cui le condizioni di vita non sono poi così favorevoli, a partire dalle condizioni igieniche fino a quelle della nutrizione. In pratica si riscontra una maggiore incidenza di complicanze, anche molto gravi, quando il morbillo colpisce persone già debilitate o affette da qualche patologia.morbillo adulti

Oggi, molto spesso, per il morbillo si ricorre al ricovero, basta portare il bambino al pronto soccorso o a un ospedale pediatrico perché magari ha la febbre alta e una volta visitato, sovente, viene deciso per il ricovero.

Bisogna denunciare l’episodio alla Asl

Oggi le normative sono cambiate e il bambino che è affetto dal morbillo va denunciato alla Asl. Ovviamente si tratta di una denuncia per mera statistica, in questo modo le Asl possono mantenere traccia del’incidenza della malattia in quella determinata località e monitorare la popolazione vaccinata e non, non si tratta quindi di un qualcosa di negativo.

Come si procede quindi? Intanto per cominciare si parla con il proprio medico pediatra che provvederà a fare le segnalazioni del caso.